Assist

Champs4Rights

Antonella Bellutti ha scritto ai Campioni e alle Campionesse, perché siano alfieri della grande battaglia per i diritti.
Questi il testo del suo appello e i primi straordinari firmatari.
Noi di Assist non possiamo che plaudire all’iniziativa e sostenerla in ogni modo, anche perché è la più grande mobilitazione di atleti e atlete di altissimo livello che la storia dello sport italiano ricordi.

Carissima, Carissimo,

mi rivolgo a te che hai fatto la storia dello Sport italiano. Con gioia e soddisfazione lo Sport ti ha fatto crescere e, con i tuoi successi, tu hai fatto crescere lo Sport.

Tu conosci la fatica e i sacrifici nascosti in un grande risultato.

Tu sai quanto l’attività agonistica precluda la possibilità di dedicarsi ad altro e quanto condizioni perfino le scelte nella vita privata.

Ti scrivo perché il tuo nome e la credibilità della tua carriera servono a dare voce agli atleti che ancora oggi, come ai nostri tempi, non godono dei diritti minimi riconosciuti normalmente a un qualsiasi lavoratore.

Tu sai bene che il lavoro sportivo esiste, perché lo hai fatto ogni giorno, per anni. Eppure, dall’entrata in vigore della legge 91 del 1981 tale meraviglioso, estenuante lavoro attende di essere riconosciuto e normato da chi governa lo sport. Lo Stato ha dato un segnale positivo, approvando una riforma che tenta di disciplinarlo.  Purtroppo ad osteggiare la riforma è lo stesso mondo dello sport, rappresentato dai presidenti federali. Proprio quei “nostri” presidenti che, mentre vincevamo anche per loro medaglie olimpiche, mondiali, europee, coppe e scudetti, ignoravano le nostre esigenze di atleti e atlete senza contratto, senza contributi previdenziali, senza assicurazioni adeguate lasciandoci poi soli, a fine carriera, a reinventarci un’altra vita, lontani da un mondo sportivo che non ha più saputo o voluto coinvolgerci.

La contestazione verte sul costo del lavoro ritenuto insostenibile dai club  per i quali gli atleti sono tesserati; il sovraccarico è innegabile, però va alleviato con finanziamenti adeguati e non usato come alibi per legittimare il vuoto di tutele a cui viene esposto l’atleta con status di dilettante (ovvero tutti tranne gli atleti appartenenti alle massime categorie maschili di calcio, basket, ciclismo, golf e quelli arruolati nei gruppi sportivi militari e corpi civili dello Stato). 

Anche la commissione nazionale atleti del CONI si allinea all’opinione dei presidenti, dimostrando un’imbarazzante difficoltà nel farsi portavoce dei soggetti che rappresenta. 

È perciò venuto il momento di assumerci la responsabilità di rivendicare: dobbiamo farlo noi, con la nostra credibilità e autorevolezza di campioni, per sostenere chi, ancora in attività, parlando, si esporrebbe a conseguenze negative.  A questo proposito, tu sai quante volte un’atleta abbia dovuto scegliere fra l’essere madre o perdere tutto: stipendio, casa, carriera.

Noi conosciamo bene il valore dello Sport nel processo di crescita personale e sociale ma, altrettanto bene, ne conosciamo i limiti in tema di gestione e governo per cui chiediamo con forza che si attivi ogni risorsa per disciplinare il lavoro sportivo.

Noi, donne e uomini che abbiamo fatto la storia dello Sport italiano, uniti a favore di uno Sport più giusto, facciamo sentire la nostra voce sottoscrivendo questo appello alla civiltà. 

#CHAMPS4RIGHTS

Dedicato simbolicamente a Lara Lugli e a ciò che la sua testimonianza rappresenta

CONTATTI E ADESIONI

Se siete atleti o atlete oppure tecnici, potete aderire scrivendo a champs4rights@assistitaly.it

Hanno già sottoscritto l’appello: 

Lara Lugli, prima firmataria

Lilli Allucci, campionessa olimpica – pallanuoto

Maria Vittoria Alvisi, vincitrice Coppa CEV – volley

Manuela Benelli, campionessa italiana – volley

Antonella Bellutti, campionessa olimpica – ciclismo su pista

Antonella Bevilacqua, campionessa italiana – atletica leggera

Martina Caironi, campionessa paralimpica – atletica leggera

Cecilia Camellini, campionessa paralimpica – nuoto

Maurizia Cacciatori, argento europeo – volley

Vera Carrara, campionessa del mondo – ciclismo su pista

Simona Cascio, campionessa italiana – pallamano

Daniele Cassioli, campione mondiale paralimpico – sci nautico

Giuseppina Cirulli, campionessa italiana – atletica leggera

Cristiana Conti, campionessa olimpica – pallanuoto

Giorgio De Togni, vincitore Coppa CEV – volley

Massimo Di Giorgio, campione italiano – atletica leggera

Tania Di Mario – campionessa olimpica – pallanuoto

Antonietta Di Martino, argento mondiale – atletica leggera

Adelasia Divona, campionessa italiana – pallamano

Gabriella Dorio, campionessa olimpica – atletica leggera

Roberta Falda, campionessa del mondo – orienteering

Brigitte Grandia, campionessa italiana – pallamano

Josefa Idem, campionessa olimpica – kayak

Anna Maria Lattuca, campionessa italiana – pallamano

Michele Maffei, campione olimpico – scherma

Giusi Malato, campionessa olimpica – pallanuoto

Marisa Masullo, campionessa italiana – atletica leggera

Martina Miceli, campionessa olimpica – pallanuoto

Marica Masina, campionessa del mondo – carabina

Erika Morri, campionessa italiana – rugby

Maddalena Musumeci, campionessa olimpica – pallanuoto

Stefania Passaro, campionessa europea di club – basket

Donatella Pizzo, campionessa italiana – volley

Cinzia Ragusa, campionessa olimpica – pallanuoto

Roberto Ribaud, campione italiano – atletica leggera

Daniele Scarpa, campione olimpico – kayak

Sabrina Sena, campionessa del mondo – carabina

Nikoleta Stefanova, campionessa europea – tennistavolo

Deborah Toniolo, campionessa europea – atletica leggera

Noemi Toth, campionessa olimpica – pallanuoto

Nicoletta Tozzi, campionessa italiana – atletica leggera

Monica Vaillant, campionessa del mondo – pallanuoto

Francesca Zara, campionessa europea di club – basket

Sabina Zampetti, campionessa italiana – hockey su prato

Champs4Rights

Carissima, Carissimo,

 

mi rivolgo a te che hai fatto la storia dello Sport italiano. Con gioia e soddisfazione lo Sport ti ha fatto crescere e, con i tuoi successi, tu hai fatto crescere lo Sport.

 

Tu conosci la fatica e i sacrifici nascosti in un grande risultato.

Tu sai quanto l’attività agonistica precluda la possibilità di dedicarsi ad altro e quanto condizioni perfino le scelte nella vita privata.

Ti scrivo perché il tuo nome e la credibilità della tua carriera servono a dare voce agli atleti che ancora oggi, come ai nostri tempi, non godono dei diritti minimi riconosciuti normalmente a un qualsiasi lavoratore.

 

Tu sai bene che il lavoro sportivo esiste, perché lo hai fatto ogni giorno, per anni. Eppure, dall’entrata in vigore della legge 91 del 1981 tale meraviglioso, estenuante lavoro attende di essere riconosciuto e normato da chi governa lo sport. Lo Stato ha dato un segnale positivo, approvando una riforma che tenta di disciplinarlo.  Purtroppo ad osteggiare la riforma è lo stesso mondo dello sport, rappresentato dai presidenti federali. Proprio quei “nostri” presidenti che, mentre vincevamo anche per loro medaglie olimpiche, mondiali, europee, coppe e scudetti, ignoravano le nostre esigenze di atleti e atlete senza contratto, senza contributi previdenziali, senza assicurazioni adeguate lasciandoci poi soli, a fine carriera, a reinventarci un’altra vita, lontani da un mondo sportivo che non ha più saputo o voluto coinvolgerci.

La contestazione verte sul costo del lavoro ritenuto insostenibile dai club  per i quali gli atleti sono tesserati; il sovraccarico è innegabile, però va alleviato con finanziamenti adeguati e non usato come alibi per legittimare il vuoto di tutele a cui viene esposto l’atleta con status di dilettante (ovvero tutti tranne gli atleti appartenenti alle massime categorie maschili di calcio, basket, ciclismo, golf e quelli arruolati nei gruppi sportivi militari e corpi civili dello Stato). 

Anche la commissione nazionale atleti del CONI si allinea all’opinione dei presidenti, dimostrando un’imbarazzante difficoltà nel farsi portavoce dei soggetti che rappresenta. 

È perciò venuto il momento di assumerci la responsabilità di rivendicare: dobbiamo farlo noi, con la nostra credibilità e autorevolezza di campioni, per sostenere chi, ancora in attività, parlando, si esporrebbe a conseguenze negative.  A questo proposito, tu sai quante volte un’atleta abbia dovuto scegliere fra l’essere madre o perdere tutto: stipendio, casa, carriera.

Noi conosciamo bene il valore dello Sport nel processo di crescita personale e sociale ma, altrettanto bene, ne conosciamo i limiti in tema di gestione e governo per cui chiediamo con forza che si attivi ogni risorsa per disciplinare il lavoro sportivo.

 

Noi, donne e uomini che abbiamo fatto la storia dello Sport italiano, uniti a favore di uno Sport più giusto, facciamo sentire la nostra voce sottoscrivendo questo appello alla civiltà. 

 

#CHAMPS4RIGHTS

Dedicato simbolicamente a Lara Lugli e a ciò che la sua testimonianza rappresenta

 

 

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Se siete atleti o atlete oppure tecnici, potete aderire scrivendo a champs4rights@assistitaly.it

© Copyright – ASSIST Associazione Nazionale Atlete 2015-2021 – Tutti i diritti riservati

Antonella Bellutti ha scritto ai Campioni e alle Campionesse, perché siano alfieri della grande battaglia per i diritti.
Questi il testo del suo appello e i primi straordinari firmatari.
Noi di Assist non possiamo che plaudire all’iniziativa e sostenerla in ogni modo, anche perché è la più grande mobilitazione di atleti e atlete di altissimo livello che la storia dello sport italiano ricordi.

 

La Gazzetta dello Sport di martedì 30 marzo 2021

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