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Alla Regata Storica di Venezia non vince la parità di genere

I premi della partecipata del comune di Venezia sono risultati diversi per le categorie maschile e femminile, e non di poco.

23/12/2021

In tema di parità di genere esistono concetti che, alle soglie del 2022, sembra impossibile non siano ancora assodati. E invece è così. Uno degli esempi di questa mancanza di coscienza e consapevolezza arriva dalla Regata Storica di Venezia, splendido appuntamento fatto di competitività e amicizia, di rivalità e fratellanza/sorellanza. Molto più che una regata, un appuntamento irrinunciabile per ogni abitante della meravigliosa città lagunare.

A luglio, grazie ad alcune donne coraggiose, tra le quali Elena Almansi (regatante) e Monica Sambo (consigliera comunale del Partito Democratico), viene denunciata pubblicamente la differenza di montepremi tra uomini e donne. Con l’Ass. Naz. Atlete Assist interveniamo e chiediamo sostegno politico e politico-sportivo. Si muove solo qualche volenterosa del mondo politico (prima fra tutte Laura Boldrini), e si intensifica la spinta dell’Associazione regatanti e di Assist: la stampa locale e nazionale dà risalto alla richiesta di Assist al governo di sospendere i finanziamenti pubblici per la Regata Storica al Comune di Venezia. È forse a quel punto che il sindaco Brugnaro annuncia che il Comune stabilirà subito premi uguali per uomini e donne e la Giunta corregge in tal senso il relativo bando comunale.

Oh, finalmente una vittoria del buon senso e dell’art. 3 della Costituzione. E invece no. Qualche giorno fa le partecipanti alla Regata Storica hanno ricevuto alla presenza del delegato del Sindaco alle Tradizioni, Giovanni Giusto, il premio di Vela Spa (partecipata del Comune) per la competizione dello scorso settembre.

Ma le buste contenevano un’amara sorpresa: i premi della partecipata del Comune di Venezia erano diversi per le categorie maschile e femminile. E non di poco: parliamo, nello specifico, di un montepremi totale lordo di 11 mila e 700 euro per le donne e 16 mila e 400 per gli uomini.

Ma com’è possibile? Semplice: è stato possibile perché il premio viene consegnato in due tranches, una a carico delle casse comunali (oggetto del bando comunale) e l’altra di Vela Spa, partecipata del Comune che gestisce, tra le altre cose, tutti gli eventi e le attività di promozione della città. Società, quest’ultima, alla quale il Comune versa annualmente somme milionarie. Formalmente due soggetti diversi, certo. Se non fosse che Vela Spa è proprietà di Comune di Venezia e AVM. E a sua volta AVM appartiene al 100% al Comune di Venezia.

Assist protesta, l’Associazione Regatanti anche. Vela Spa si espone con una difesa piuttosto irritante con la quale pare incolpare l’Associazione Regatanti (che risponde loro con una circostanziata lettera) poi cerca di dare la responsabilità della differenza discriminante agli sponsor. Peccato che gli sponsor privati sostengano sì la Regata Storica, ma principalmente con premi in merce. Da quello che ci risulta, il grosso dei finanziamenti sono pubblici, o para-pubblici.

Insomma, a voler essere benevoli, si tratta di una gaffe bella e buona, magari inconsapevole, ma inaccettabile e alla quale si può ancora rimediare, anzi si “deve” rimediare magari convocando un CDA e stanziando i pochi euro (perché di questo parliamo) perché le donne della Regata siano rispettate come meritano. Il sindaco Brugnaro, da “proprietario di fatto” della società che discrimina le donne con un montepremi diverso, ha il dovere civico, morale e giuridico di far rispettare la Costituzione e il diritto alla non discriminazione delle atlete.

Queste Feste saranno una bella occasione per pensare, ne siamo certe, e abbiamo fiducia sia nel Sindaco che nei vertici di Vela Spa. Rimedieranno e ne usciremo tutti vincitori e vincitrici, riconsegnando rispetto e considerazione alle donne che dalla metà del Quattrocento fanno grande questa competizione.

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